Anche i bandi Pnrr migrano sul digitale

 In una delibera dell’Anac le indicazioni alle stazioni appaltanti sulle operazioni necessarie

 Sette pagine fitte di istruzioni operative. Dalle procedure iniziali al periodo cuscinetto per alcuni casi limite. Sarà pubblicata oggi sul sito di Anac la superdelibera che mette nero su bianco tutte le procedure per dire addio alla carta e migrare i bandi di gara sul digitale. Il provvedimento parla alle 12mila stazioni appaltanti “reduci” dallo sfoltimento della qualificazione, il percorso obbligato per renderle più efficienti e performanti al termine del quale se ne contano oggi 4mila in grado di fare gare con mezzi propri e altre 8mila “appoggiate” alle centrali di committenza. Saranno loro le protagoniste dello switch-off del 1° gennaio 2024, il d-day per l’accensione dei motori della digitalizzazione, pilastro del nuovo Codice degli appalti messo in pista tra le riforme del Pnrr. «L’obiettivo è assicurare massima trasparenza, speditezza e semplificazione nell’assegnare e gestire i contratti pubblici, aumentando così l’efficienza del sistema e garantendo una maggiore efficacia dell’azione amministrativa - dice il presidente dell’Authority, Giuseppe Busia -. Una pubblica amministrazione che acquista in modo più semplice, veloce e trasparente, snellendo le procedure, è in grado di offrire servizi migliori ai cittadini e alle imprese, con ricadute positive su tutto il sistema-Paese».Il conto alla rovescia si fa sempre più pressante e a una manciata di giorni dal via Anac pubblica la delibera con le procedure per migrare dalla carta al digitale. Senza proroga e senza lasciare a terra nessuno, bandi Pnrr inclusi che passano sulla rete ma attendono una deroga alla corsia preferenziale delle speciali norme semplificate.

Lo switch-off
Partiamo dai fondamentali. A decorrere dal 1° gennaio 2024 sarà attivata da Anac la Piattaforma dei Contratti Pubblici (Pcp) «che interopererà con le piattaforme di approvvigionamento digitale utilizzate dalle stazioni appaltanti per la gestione di tutte le fasi del ciclo di vita dei contratti pubblici, tra cui il rilascio del Cig (i codici di gara, ndr) per le nuove procedure di affidamento e l’assolvimento degli obblighi di pubblicità in ambito comunitario e nazionale nonché degli obblighi di trasparenza», recita la delibera. Questo fronte authority, ma lato stazioni appaltanti la macchina della digitalizzazione avrebbe dovuto correre già da parecchio tempo. La situazione va ancora a rilento anche se si parla di un centinaio di piattaforme certificate e - buona notizia - tutte operative per le grandi stazioni appaltanti. La speranza è che dal primo gennaio, in assenza di un’accelerazione dell’ultim’ora, possano funzionare in appoggio alle piccole ancora sprovviste di strumenti tecnologici validi. La delibera con le istruzioni operative - che è stata concertata con il ministero delle Infrastrutture - parte dalle piattaforme certificate e iscritte negli elenchi speciali di Anac. Secondo fondamentale passaggio è l’iscrizione dei Rup nell’anagrafe digitale dell’authority e le modalità di funzionamento della pubblicistica attraverso la piattaforma Scp (servizio contratti pubblici), altra articolazione della Banca dati nazionale dei contratti pubblici.

Cig e nuove procedure
Rivoluzionato anche l’iter per richiederei i codici identificativi di gara che dal 1° gennaio «avviene attraverso le piattaforme di approvvigionamento digitale certificate mediante interoperabilità con i servizi erogati dalla Pcp attraverso la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (Pdnd)». Qui scatta un periodo transitorio, fino a nuova comunicazione, in cui si potrà acquisire i Cig nelle vecchie modalità (sistema Simog) per tutte le procedure «i cui bandi o avvisi siano stati pubblicati o le cui lettere di invito siano state inviate entro il 31 dicembre 2023». Ma attenzione perché il vecchio sistema funzionerà «esclusivamente se la data di pubblicazione del bando o della spedizione della lettera di invito è antecedente al 1° gennaio 2024». In caso contrario saranno eliminati. Sarà infine possibile utilizzare l’interfaccia web della piattaforma dei contratti pubblici fino al 30 giugno 2024 per «l’acquisizione dei Cig ai soli fini della tracciabilità» dei flussi finanziari, ma anche in caso di adesione ad accordi quadro. Il perno su cui ruota tutto è poi l’interoperabilità con il Fascicolo virtuale dell’operatore economico: in quel dossier digitale sono contenute tutte le informazioni necessarie per il bando e la stipula del contratto. È l’era della dematerializzazione.