Si torna in cantiere da oggi: nuova intesa imprese-sindacati. Durc validi fino al 15 giugno

 Per i cantieri italiani ripartenza in due tappe. Da oggi potranno partire le attività preparatorie funzionali a riavviare, dal 4 maggio, la normale attività produttiva nei cantieri pubblici e privati. Ma prima del 4 maggio, potranno già riaprire i cantieri di edilizia scolastica, edilizia carceraria, edilizia residenziale pubblica e dissesto idrogeologico. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nella conferenza stampa di ieri sera, ha confermato la fine del lockdown per le costruzioni, ferma restando l'applicazione di misure di sicurezza condivise tra parti sociali e governo, e sempre che non si verifichi una nuova fiammata di contagi.


In questi giorni di blocco l'intera filiera delle costruzioni si era preparata alla ripartenza. Il 24 aprile le associazioni datoriali, i sindacati dell'edilizia e le principali committenze pubbliche hanno rinnovato e aggiornato le linee guida "condivise" dal ministero del Mit il 19 marzo scorso con le parti sociali. Diversamente dal precedente accordo, in questa nuova intesa la "condivisione" del Mit è stata allargata a comuni e province; ma anche al ministero del Lavoro che, in vista della riapertura dei cantieri, è chiamato a un ruolo specifico nelle verifiche del rispetto delle prescrizioni di sicurezza. L'Ispettorato nazionale del lavoro è stato allertato - come spiega la circolare n.149/2020 del 20 aprile scorso - per verificare il rispetto delle misure di sicurezza concordate tra le parti sociali. «Il lavoro a distanza - si legge nelle linee guida sottoscritte il 24 aprile - continua ad essere favorito anche nella fase di progressiva riattivazione del lavoro in quanto utile e modulabile strumento di prevenzione, ferma la necessità che il datore di lavoro garantisca adeguate condizioni di supporto al lavoratore e alla sua attività (assistenza nell'uso delle apparecchiature, modulazione dei tempi di lavoro e delle pause)».

Per partire in anticipo, comunicazioni ai prefetti
«Dal 4 maggio riparte la tutta la manifattura, tutto il settore delle costruzioni e tutto il settore del commercio all'ingrosso funzionale alla manifattura e alle costruzioni», ha confermato ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, illustrando i contenuti del nuovo Dpcm "Fase 2". «Le imprese, che riprendono la loro attività a partire dal 4 maggio 2020, possono svolgere tutte le attività propedeutiche alla riapertura a partire dalla data del 27 aprile 2020» si legge nel Dpcm. Nell'allegato 3 del nuovo decreto, dove sono indicate le attività economiche che potranno riprendere, sono indicati tutti i principali codici Ateco del settore costruzioni: 41 (costruzione di edifici), 42 (ingegneria civile) e 43 (lavori di costruzione specializzati). Nel comunicato stampa diffuso dalla regione Emilia Romagna dopo l'incontro con il premier, sempre ieri, nella cabina di regia nazionale, si aggiunge che da oggi, 27 aprile, «in Emilia-Romagna (fatta eccezione per Piacenza), così come in tutto il Paese, potranno ripartire le aziende del comparto costruzioni per i soli cantieri di opere pubbliche su dissesto idrogeologico, edilizia scolastica, edilizia residenziale pubblica e penitenziaria», sempre a condizione di rispettare il nuovo protocollo del 24 aprile, richiamato dallo stesso Dpcm "Fase 2" di Conte. In ogni caso, la possibilità di riaprire alcuni cantieri di opere pubbliche, spiega sempre il comunicato dell'Emilia Romagna, è subordinata alla comunicazione alle prefetture.

La nuova intesa imprese-sindacati-committenze
Quanto alle attività più strettamente di cantiere, il testo dell'intesa sottoscritta il 24 aprile ribadisce che «è necessario il rispetto del distanziamento sociale, anche attraverso una rimodulazione degli spazi di lavoro, compatibilmente con la natura dei processi produttivi e con le dimensioni del cantiere. Nel caso di lavoratori che non necessitano di particolari strumenti e/o attrezzature di lavoro e che possono lavorare da soli, gli stessi potrebbero, per il periodo transitorio, essere posizionati in spazi ricavati». «Per gli ambienti dove operano più lavoratori contemporaneamente potranno essere assunti protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile in relazione alle lavorazioni da eseguire rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, siano adottati strumenti di protezione individuale».

«L'articolazione del lavoro - si legge in un altro punto - potrà essere ridefinita con orari differenziati che favoriscano il distanziamento sociale riducendo il numero di presenze in contemporanea nel luogo di lavoro e prevenendo assembramenti all'entrata e all'uscita con flessibilità di orari.È essenziale evitare aggregazioni sociali anche in relazione agli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro e rientrare a casa (commuting), con particolare riferimento all'utilizzo del trasporto pubblico. Per tale motivo andrebbero incentivate forme di trasporto verso il luogo di lavoro con adeguato distanziamento fra i viaggiatori e favorendo l'uso del mezzo privato o di navette».

Il protocollo applicativo a cura della Cncpt
I principi indicati vanno calati nel ciclo di produzione. A questo aveva ha provveduto nei giorni scorsi la Commissione per la prevenzione degli infortuni (Cncpt) partecipata da Ance e sindacati dell'edilizia, che ha realizzato un dettagliato protocollo da seguire nelle varie lavorazioni di cantieri, declinando in modo operativo i principi contenuti nell'accordo del 24 aprile. «Con le procedure - si spiega nella lettera della Cncpt del 16 aprile inviata a tutti gli enti paritetici territoriali - sono state definite e declinate, per ogni punto delle linee-guida, le azioni che ciascun soggetto in modo specifico è chiamato ad adottare mantenendo in evidenza che la prevenzione del rischio è il risultato della osservanza da parte di tutti dei compiti affidati a ciascuno». Oltre al protocollo applicativo (e alla relativa modulistica) è stata anche redatta una altrettanto dettagliata check list per verificare che gli adempimenti rispondano alle prescrizioni. Nei casi di incongruenza o di impossibilità di realizzare le prescrizioni, scatta la sospensione delle lavorazioni, che il coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione deve attestare.

Il ruolo dell'Ispettorato del lavoro
Come è noto, oltre che delle Asl i prefetti potranno avvalersi anche delle articolazioni territoriali dell'Ispettorato nazionale del lavoro per l'attuazione delle misure di sicurezza nella cosiddetta fase 2 della gestione della pandemia. Nella citata circolare 149, l'Ispettorato ha indicato più nel dettaglio limiti e competenze dell'intervento degli ispettori ministeriali. Il ruolo esclusivo dell'Ispettorato è finalizzato «alla verifica dell'osservanza, presso le imprese le cui attività non sono sospese, dei "contenuti del protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus covid-19 negli ambienti di lavoro sottoscritto il 14 marzo 2020 fra il Governo e le parti sociali"». Ma, nell'esercizio di questa attività "speciale" gli ispettori dell'Inl potranno ovviamente intervenire anche nelle situazioni di evidenti violazioni e particolare gravità e urgenza che dovessero scoprire.

De Micheli: regole fondamentali per riaprire i cantieri
«Voglio ringraziare in particolare la ministra Nunzia Catalfo, i sindacati e i rappresentanti delle categorie, Anci e Upi - ha detto la ministra delle Infrastrutture De Micheli commentando il protocollo del 24 aprile condiviso con la ministra del Lavoro, i rappresentanti di comuni, province, Anas, Rfi, Ance, Alleanza delle cooperative, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil - che hanno operato con grande impegno per la definizione di regole fondamentali che ci consentiranno di riaprire i cantieri nella sicurezza per chi ci lavora». Per quanto riguarda il Durc, la ministra ha sottolineato «l'impegno del Governo di fissare al 15 giugno il termine di validità di tutti quelli in scadenza tra il 31 gennaio e il 15 aprile 2020, attraverso un'apposita modifica di legge che sarà inserita nel prossimo Decreto Legge di fine aprile».

Sindacati: ottima base per garantire la sicurezza
Nel nuovo accordo siglato nella notte tra il 24 e il 25 aprile, spiega Alessandro Genovesi, segretario generale di Fillea Cgil, sono state specificate meglio «per realtà complesse come quelle dell'edilizia, norme e prescrizioni su cui ora tutti insieme, sindacato e stazioni appaltanti pubbliche vigileremo». Nello specifico, aggiunge il leader sindacale, «oltre a ribadire quanto previsto già dai precedenti protocolli per i grandi lavori, si introducono tavoli specifici di verifica e monitoraggio, oltre che a livello aziendale, solo dove sono presenti Rsu e Rls, anche a livello territoriale, viste anche le dimensioni di impresa e la presenza di piccole e piccolissime aziende: tavoli con le parti sociali firmatarie dei Ccnl che prevedono il coinvolgimento dei Cpt (gli enti bilaterali territoriali dedicati alla sicurezza) e dei Rlst, con la possibilità di allargarli anche a specifiche competenze tecniche sanitarie per una migliore organizzazione del lavoro e dei carichi in cantiere». I piani della sicurezza, aggiunge Genovesi, «saranno aggiornati alla luce del protocollo con il coinvolgimento delle rappresentanze dei lavoratori e le stazioni appaltanti vigileranno, attraverso i coordinatori per la sicurezza, affinché tutte le imprese rispettino il protocollo».

La nuova intesa imprese-sindacati con Mit e Welfare del 24 aprile

La circolare 149/2020 dell'Ispettorato nazionale del lavoro

Il nuovo Dpcm illustrato ieri dal premier Giuseppe Conte