11 gennaio 2018 - Codice appalti/2. Attuazione sempre al ralenti, mancano ancora i

 

A circa due anni dal varo del nuovo codice appalti, continuano a essere solo 14 su 62 i provvedimenti attuativi finora arrivati al traguardo

Il bilancio dell'anno che si è appena concluso chiude in negativo. Sono infatti solo 14 - su un totale di 62 - i provvedimenti di attuazione del d.lgs. n. 50/2016 che sono stati adottati sino ad oggi, pur essendo oramai trascorsi quasi due anni dal varo del nuovo Codice dei contratti.
Nell'ultimo mese, si è aggiunto all'elenco solamente il decreto del ministro degli Esteri n. 192 del 2 novembre 2017 - entrato in vigore lo scorso 4 gennaio - con il quale sono state dettate le direttive generali per l'affidamento e l'esecuzione degli appalti da svolgersi all'estero. Mentre, dall'Anac, è arrivato - il 22 dicembre - il bando-tipo per le gare dei servizi e delle forniture da aggiudicare con offerta economicamente più vantaggiosa nei settori ordinari, a cui manca solo l'ultimo passaggio della pubblicazione in Gazzetta ufficiale, e che, in ogni caso, non deve essere considerato nel computo dei provvedimenti di attuazione.

I provvedimenti adottati e in fase di perfezionamento 
Ma, l'attesa era e resta concentrata in realtà su altri maxi provvedimenti che negli ultimi tempi hanno terminato il loro iter di approvazione presso le varie istituzioni competenti e che, pur tuttavia, ancora non sono stati resi ufficiali. Dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dovrebbero infatti arrivare i quattro decreti che possono ritenersi oramai quasi ultimati sui criteri per l'adozione dei programmi triennali, sulla definizione dei livelli di progettazione, sulla introduzione dell'obbligo del Bim, ed infine sulla direzione dei lavori e dell'esecuzione del contratto; mentre, dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dovrebbe essere licenziato il decreto sulla individuazione delle opere da sottoporre a dibattito pubblico. Peraltro, proprio con riferimento ai provvedimenti sulla direzione lavori e del débat public, alla fine del mese di dicembre, i relativi testi sono stati trasmessi alle competenti commissioni parlamentari per il parere di competenza, che dovrà essere rilasciato entro il prossimo 29 gennaio.

Anche sul fronte dell'Autorità, la revisione delle linee-guida, che si è resa necessaria a seguito delle novità introdotte dal decreto correttivo, non è stata ancora portata a termine. A tagliare il traguardo, sono state solamente le linee-guida n. 3/2016 sul Rup e le linee-guida n. 6/2016 sul grave illecito professionale (entrambe ripubblicate sulla Gazzetta ufficiale del 6 novembre 2017), che vanno ad affiancarsi alle linee-guida n. 7/2017 relative all'istituzione dell'elenco delle amministrazioni aggiudicatrici che operano mediante affidamenti in house, al quale sarà possibile iscriversi proprio a partire dal prossimo 15 gennaio, come precisato dal comunicato del Presidente dell'Anac del 29 novembre 2017.
All'appello, manca pertanto il nuovo testo della disciplina degli affidamenti sotto soglia (linee-guida n. 4/2016), sul quale deve ancora pronunciarsi il Consiglio di Stato; ma, soprattutto, la seconda edizione delle linee-guida n. 5/2016 sui criteri di professionalità dei commissari di gara, che ha invece già incassato il consenso di Palazzo Spada, ed attende la sola approvazione definitiva da parte del Consiglio dell'Autorità. 

In quest'ultimo caso, però, per dare attuazione alla nuova regola del Codice sulla nomina delle commissioni esterne alla stazione appaltante, non sarà sufficiente il solo provvedimento dell'Anac. L'itinerario prevede infatti l'adozione di un decreto del Mit che fissi i compensi dei commissari e le tariffe di iscrizione all'albo, che non è stato ancora messo a punto, nonché di un successivo regolamento dell'Anac che indichi le modalità di trasmissione, da parte degli aspiranti commissari, della documentazione richiesta per l'iscrizione: il tutto, da approvare entro lo scorso 31 dicembre, come da nuova scadenza fissata nella bozza delle stesse linee-guida in corso di approvazione.

Dal rating di impresa alla qulificazione delle stazioni appaltanti: i provvedimenti "pesanti" che ancora mancano all'appello
Ma, se si considera la circostanza del prossimo appuntamento elettorale, con ogni probabilità, la novità introdotta dall'articolo 78 del Codice non sarà l'unica a non ricevere attuazione nel corso della legislatura in scadenza, poiché, a non vedere la luce - almeno per il momento - saranno di certo anche quei provvedimenti che avrebbero dovuto declinare le ulteriori novità del Codice.
Primo fra tutti, la qualificazione delle stazioni appaltanti. Nonostante che il cantiere sia stato aperto, i lavori sembrano essersi interrotti da circa un anno, vale a dire dal momento in cui la bozza di Dpcm sulla definizione dei requisiti richiesti alle P.a. - predisposta dai Ministeri delle infrastrutture e dell'economia - è stata inviata alla Presidenza del Consiglio dei ministri per la sua approvazione definitiva. Non essendo stato raggiunto questo primo step, l'Anac non ha potuto di conseguenza dedicarsi alla predisposizione del successivo provvedimento relativo alla definizione delle modalità attuative del sistema di qualificazione.
Ma, una sorte analoga è stata riservata anche alla riforma del sistema di qualificazione Soa per le imprese esecutrice di lavori pubblici. Dopo una consultazione pubblica svolta dall'Autorità durante la scorsa estate su una serie di bozze della nuova disciplina, il testo è stato trasmesso al Ministero delle infrastrutture, senza ricevere tuttavia alcun seguito. Senza considerare poi che persino l'ulteriore ed innovativa componente della qualificazione introdotta dal Codice e costituita dal rating di impresa ha conosciuto una battuta d'arresto già da diverso tempo, vale a dire da quando, a seguito del decreto correttivo, questo nuovo meccanismo di valutazione è stato trasformato da obbligatorio in facoltativo, e la sua disciplina specifica è rimasta affidata in ogni caso a linee-guida dell'Anac che, ad oggi, non sono state ancora adottate.
Volendo dunque tirare le somme, poco importa che questo bilancio porti alla decisione di una riscrittura integrale piuttosto che parziale del Codice, o al completamento dei provvedimenti di attuazione dello stesso d.lgs. n. 50/2016, poiché, in ogni caso, resta solo la certezza che la strada per ottenere un quadro completo della disciplina sui contratti pubblici è ancora lunga.