Ripristino poteri Anac e nuovi stadi senza case: le modifiche in arrivo con la manovrina

 Accordo Governo-Cantone sulla modifica del potere di «raccomandazione vincolante». La commissione Ambiente chiede di eliminare la possibilità di realizzare residenze intorno ai nuovi impianti sportivi

Governo verso il ripristino dei poteri Anac. Nel weekend è arrivata la notizia dell'accordo trovato tra l'Esecutivo e Cantone per il ripristino del potere di «raccomandazioe vincolante» affidato dal nuovo codice all'Authority, la cui cancellazione aveva causato polemiche tali da chiamare in causa anche il premier Paolo Gentiloni.

La possibilità di intervento dell'Anac è stata cancellata dal decreto correttivo della riforma appalti , con un intervento deciso all'ultimo momento sul testo del Dlgs, che ha scatenato una vera e propria bufera politica.

A dire il vero, il primo emendamento ad arrivare all'appuntamento con la manovrina per restituire a Cantone il potere di "ammonire" le stazioni appaltanti colte in fallo nelle gestione delle gare di appalto è stato un emendamento dei deputati Pd. A presentarlo è stata Raffaella Mariani, deputata che ha seguito dall'inizio tutta la partita della riforma appalti. L'emendamento punta a ripristinare integralmente la norma (il secondo comma dell'articolo 211 del Dlgs 50/2016) cancellata dal Dlgs 56/2017 che entrerà in vigore il 20 maggio. Il testo dell'emendamento (firmato tra gli altri anche dal presidente della commissione Ambiente Ermete Realacci e disponibile a questo link) non fa che riprodurre il comma abrogato, chiedendone la reintegrazione nel codice.

L'iniziativa dei deputati Pd è concordata anche con Stefano Esposito, relatore della riforma appalti al Senato, che nei giorni scorsi aveva annunciato chiaramente la volontà di non introdurre alcuna modifica alla norma. Neppure per tenere conto dei rilievi sollevati dal Consiglio di Stato, che nell'articolato parere espresso sul correttivo aveva espresso più di un rilievo sul potere consegnato all'Anac. «Se qualcuno pensa che quel potere va corretto, modificato o depotenziato deve uscire allo scoperto e metterci la sua faccia. Così capiremo anche da quale mano è arrivata la modifica», ha spiegato Esposito.

La soluzione con tutta probabilità non passerà però da questo testo. Nel weekend è arrivata infatti la notizia di un accordo su un nuovo emendamento trovato tra Governo e Autorità Anticorruzione. In base a questo testo, il potere di «raccomandazione vincolante» viene ripristinato ma parzialmente corretto, anche per venire incontro alle indicazioni di Palazzo Spada. In pratica, l'Anac potrà intervenire di fronte alle irregolarità riscontrate nella gestione delel gare d'appalto chiedendo una modifica.Se la Pa non si adegua allora si apre la strada del ricordo al Tar.

L'altro emendamento pesante chiesto dalla commissione Ambiente di Montecitorio riguarda la legge stadi. Ed è stato inserito nel parere sulla manovrina licenziato la scorsa settimana. La maggioranza, guidata dal presidente Ermete Realacci, chiede che «siano coordinate le disposizioni dell'articolo 62 in materia di costruzione di impianti sportivi con la disciplina dettata dal comma 304 dell'articolo 1 della legge di stabilità 2014». La formula è tecnica ma punta a un'innovazione elementare: sciogliere il nodo creato dal decreto n. 50 del 2017. Qui, infatti, è stato stabilito che la società sportiva nello studio di fattibilità può «ricomprendere anche la costruzione di immobili con destinazioni d'uso diverse da quella sportiva, che siano complementari ovvero funzionali al finanziamento e alla fruibilità dell'impianto».

È una definizione che apre spiragli più ampi rispetto al passato, senza però abrogare il passaggio nel quale la vecchia norma stadi escludeva la realizzazione di nuovi complessi residenziali. Serve un maggiore coordinamento, come peraltro chiesto anche dall'ufficio Bilancio di Montecitorio, per dire una cosa piuttosto elementare: la possibilità di costruire immobili con destinazioni d'uso diverse dall'impianto sportivo non deve riguardare i complessi di edilizia residenziale. Le abitazioni, in altre parole, vanno tagliate nettamente fuori dalla legge stadi.

Un altro intervento da segnalare viene chiesto sulle Zone franche urbane collegate al terremoto. Secondo la commissione, infatti, è opportuno valutare l'ipotesi di un abbassamento della percentuale di riduzione del fatturato richiesta alle imprese che hanno sede nella zona franca per poter beneficiare delle agevolazioni previste. In pratica, bisogna rendere i paletti fissati dalla manovrina meno stringenti: attualmente – va ricordato – è richiesta una riduzione del fatturato pari almeno al 25 per cento.