-28 marzo 2017- Correttivo appalti, settimana decisiva: subito i rilievi del Consiglio di Stato, poi lo «scoglio» Parlamento

Ultime limitaure al parere di Palazzo Spada che sarà licenziato in settimana. Domani l'audizione di Raffaele Cantone: attesi diversi rilievi sul testo da parte dell'Anac

 Si apre una settimana decisiva per il destino del Correttivo appalti. Da qui al 5 aprile, giorno in cui scade il termine per la presentazione del parere delle Commissioni parlamentari, il provvedimento messo a punto dal governo si prepara ad affrontare scadenze cruciali, in vista dell'assetto definitivo che dovrà essere formalizzato da un secondo esame in Consiglio dei ministri in tempo per la pubblicazione in Gazzetta entro il 19 aprile.

In questo calendario, il primo appuntamento di rilievo è con le valutazioni sul provvedimento che arriveranno dall'Autorità Anticorruzione e dal Consiglio di Stato. Il primo a "svelare" le carte sarà il presidente dell'Anac Raffaele Cantone, atteso domani alla Camera per un'audizione che si svolgerà di fronte alle commissioni riunite di Montecitorio e Palazzo Madama. Si tratta di un confronto particolarmente atteso, anche dai parlamentari che si aspettano valutazioni stringenti soprattutto sui fronti più "caldi" del provvedimento: dalle modifiche al subappalto all'allentamento dei paletti sui lavori in house dei concessionari, fino alle nuove aperture sull'utilizzo dell'appalto integrato. Dalle indiscrezioni filtrate nelle ultime settimane da Palazzo Sciarra, l'Autorità non dovrebbe mancare l'occasione per evidenziare alcuni punti critici. A partire dalla scelta di intervenire in modo così massiccio - il Correttivo conta 121 articoli che comportano 356 modifiche ai 220 articoli del codice - su una riforma in vigore da meno di un anno e attuata per ora in minima parte.

A stretto giro di posta arriverà poi il parere del Consiglio di Stato. A Palazzo Spada si lavora alle ultime limature sul testo del documento che sarà licenziato entro questa settimana, rispettando le scadenze imposte dal calendario disegnato dalla legge delega. Al momento non filtrano indiscrezioni sui contenuti. Ma si sa che saranno "sorvegliati" da vicino anche dal presidente del massimo organo consultivo dello Stato, Alessandro Pajno. Al parere di Palazzo Spada guarderà con molta attenzione anche il governo, che finora - con i provvedimenti di attuazione varati dalle Infrastrutture - ha sempre dato mostra di voler dare riscontro ai rilievi mossi dai giudici amministrativi.

Lo scoglio finale è rappresentato dal parere che il Parlamento dovrà licenziare entro mercoledì 5 aprile. Non è un mistero che tra i deputati e i senatori - anche della maggioranza - circoli una certa insofferenza verso alcune delle principali correzioni di rotta decise del governo. I fronti più caldi sono quelli già citati: centralità della progettazione, lavori in house dei concessionari, qualificazione delle stazioni appaltanti, revisione della disciplina dei subappalti. Su questi punti specifici non è improbabile l'ipotesi che dal Parlamento arrivi un parere condizionato all'accoglimento di specifici emendamenti sul testo licenziato in prima battuta dal Governo. Pena la bocciatura dell'impianto.