Caro-materiali, dall'Ance il modello di istanza per chiedere la revisione del contratto

 Il documento ora include l'ipotesi di risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta

 La proroga del contratto, la sospensione dei lavori ma soprattutto una variante per riconoscere l'aumento dei prezzi e un «equo compenso» per gli interventi da eseguire. Sono le richieste al centro dello schema di istanza, messo a punto dall'Associazione nazionale costruttori (Ance) per aiutare le singole imprese a chiedere alle stazioni appaltanti la revisione dei contratti in corso.

Rispetto al modello che l'Ance aveva già diffuso qualche settimana fa c'è un aggiornamento di rilievo. Il nuovo schema rappresenta un passo ancora più deciso rispetto al modello di istanza per una mera sospensione dei lavori, in quanto ora si paventa la possibile risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta.

Nel documento - che le imprese potranno e dovranno adattare alle varie circostanze - si ricordano gli incrementi record che hanno interessato «acciaio, cemento, prodotti petroliferi, rame, materiali plastici e loro derivati». Con uno scenario aggravato dal «rincaro straordinario dei costi dell'energia elettrica, del gas e del petrolio, che, iniziato dalla seconda metà del 2021 si è ulteriormente aggravato a causa delle note vicende del conflitto russo-ucraino» che «stanno provocando anche la sostanziale irreperibilità, sia sul mercato comunitario che nazionale, di alcuni materiali di cruciale importanza, quali i prodotti derivanti dalla lavorazione del petrolio (materiali bituminosi e isolanti) e del ferro».

L'ultima bastonata è l'aumento dei carburanti che ovviamente incide sulle voci di costo di trasporti e noli. Sono tutte motivazioni alla base della richiesta di revisione del contratto di appalto a partire dalla proroga/sospensione dei lavori fino a includere «l'adozione, ai sensi e per gli effetti dell'art. 1467 del codice civile, di urgenti misure volte alla riconduzione ad equità delle condizioni contrattuali, a fronte della situazione di eccessiva onerosità sopravvenuta».